Strada Ferrata Centrale Toscana

obbligazione al portatore di 500 Lire italiane, serie B. Siena 16 febbraio 1863. Stabilimento Tipografico di A. Mucci a Siena. 24,5×18 cm. Testo in italiano e francese. Stemma sabaudo cimato di corona reale nel campo superiore e in una delle impronte a secco impresse in quello inferiore. Singolare timbro fiscale ad inchiostro con Nettuno che mesce acqua da un’anfora. Foglio di allungo di 36 cedole incollato lungo il margine inferiore. La società fu creata nel 1844 per realizzare una linea ferroviaria che da Siena, percorrendo la Valle dell’Arbia, dello Stoggia e dell’Elsa, raggiungesse Empoli per poi raccordarsi con la Strada Ferrata Leopolda – la prima di tutta la Toscana – che congiungeva Firenze a Livorno passando appunto per Empoli. I lavori della Centrale Toscana furono ultimati nel 1849. Con decreto del Granduca Leopoldo II di Lorena il 13 aprile 1854 la compagnia fu autorizzata a prolungare la strada ferrata da Empoli fino a Chiusi, al confine con lo Stato Pontificio, attraversando la Val di Chiana. Il primo tronco Siena-Sinalunga, passante per Asciano, Rapolano e Lucignano, venne inaugurato nello stesso anno, mentre il collegamento fino a Chiusi fu terminato nel 1862, ad avvenuta unificazione d’Italia. Nel decennio successivo fu decisa la costruzione della tratta Asciano-Grosseto, compiuta nel 1872. A tale scopo, con Regio Decreto 4 Gennaio 1863 n. 1113 fu autorizzata l’emissione di 81.742 obbligazioni distinte in tre serie: A, B e C. Le obbligazioni di serie A erano 11.742 e sostituirono i vecchi titoli, creati in virtù della concessione della linea da Empoli a Chiusi rilasciata ancora dal Governo Granducale. Le obbligazioni di serie B erano 34.000, occorrenti per la costruzione della ferrovia da Chiusi a Orte e quelle di serie C erano 36.000 per la costruzione della tratta da Asciano a Grosseto. I titoli di tutte le tre serie, dopo l’assorbimento della Centrale Toscana da parte delle Ferrovie Nazionali, diventarono debiti dello Stato a tutti gli effetti ed amministrati dalla Direzione Generale del Debito Pubblico