titolo al portatore di 5 azioni da 500 Lire cad. emesso a Pavia il 6 maggio 1922 dopo il cambio della originaria denominazione Fonderie Ambrogio Necchi e l’aumento del capitale sociale da Lire 10.000.000 a 16.000.000, utilizzando tuttavia il modello precedente opportunamente corretto. Stampato dall’Officina Carte Valori Turati Lombardi e C. di Milano. 38×15,5 cm. Pannello laterale in cui, tra fregi decorativi, spicca la veduta degli stabilimenti dalle ciminiere fumanti. L’industriale pavese Ambrogio Necchi (1860-1916) impiantò nel 1900 la prima grande fonderia di ghisa in Italia con il nome di Fonderie Ambrogio Necchi. La versatile compagnia produceva anche radiatori per caloriferi, macchine agricole, vasche da bagno e cucine economiche. Nel 1916, alla morte del padre, il figlio Vittorio (1898-1975) prese le redini dell’azienda di famiglia, estendendo l’attività anche alla costruzione di macchine da cucire per uso domestico, artigianale ed indu¬striale. Nel 1925 le varie attività aziendali vennero separate e spartite tra i familiari: alle due sorelle Nedda e Luigina ed al marito di quest’ultima Angelo Campiglio (1891-1984) restarono le fonderie di ghisa e la smalteria in una ricostituita società anonima dal nome Fonderie Ambrogio Necchi & Angelo Campiglio; la nuova Società Anonima Vittorio Necchi, invece, mantenne le produzioni di ghisa malleabile e soprattutto di macchine da cucire, riscuotendo grazie ad esse enorme successo sia in Italia che all’estero. Dopo varie vicende nel 2011 mutò denominazione in Necchi SpA
Società Anonima Fonderie A. Necchi & A. Campiglio
titolo al portatore di 5 azioni da 500 Lire cad. emesso a Pavia il 6 maggio 1922
Settore | Acciaierie – Fonderie |
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Anno | 1922 |
Nazioni | Italia |
Citta' | Pavia |