Titolo al portatore di 1.000 Lire, fruttante l’interesse annuo di 50 Lire, emesso a Roma il 1° aprile 1938 – XVI.
Grafica tipica dell’epoca fascista, ispirata nei caratteri e nei fregi a motivi della romanità. Sigla PNF con il fascio littorio in filigrana e nel timbro a secco.
Nel 1938 il Partito Nazionale Fascista, assurto a regime e diventato parte integrante dello Stato, decise di costruire a Roma, nel quartiere poi ribattezzato Foro Italico, la Casa del Littorio o Casa del Fascio come sede delle organizzazioni politiche e assistenziali del partito. Per la sua costruzione fu contratto un prestito con garanzia dello Stato da rimborsare nell’arco di 25 anni, approvato con regio decreto-legge 24 marzo 1938 n. 379. Nel 1940 l’edificio, ancora in costruzione, cambiò destinazione d’uso e fu ceduto allo Stato per farne l’attuale sede del Ministero degli Esteri, mentre il prestito restò in vita conservando la garanzia statale.
Nell’immediato dopoguerra si ritenne opportuno togliere dalla circolazione tali titoli al 5%, imponendone il rimborso anticipato: ciò, in sostanza, rappresentò una conversione forzata a tasso ridotto, perché in pagamento vennero consegnati titoli del Prestito della Ricostruzione al tasso annuo del 3,50%. Furono, invece, pagati in contanti gli interessi ed i certificati eventualmente estratti e non ancora riscossi, attingendo alle somme provenienti dalla vendita dei beni confiscati al Partito Fascista. Fu stabilito, inoltre, che i titoli e le cedole non presentate all’incasso entro 30 giorni sarebbero stati devoluti all’erario dello Stato. Si trattò, effettivamente, di una norma capestro: in passato erano stati stabiliti termini anche più ristretti per la conversione dei titoli, ma in ogni caso i risparmiatori continuavano a conservare il proprio credito verso lo Stato; in tale occasione, invece, l’alternativa era la perdita di qualsiasi diritto, andando praticamente incontro ad una confisca “mascherata”.
In un secondo momento il governo capì che il danno sarebbe ricaduto solo sulle spalle dei piccoli risparmiatori, perché quelli grandi – sempre a contatto con le banche – difficilmente si sarebbero lasciati sfuggire la scadenza dei termini; perciò, benché questi fossero scaduti da tempo, provvide a prorogarli di altri 6 mesi e con effetto retroattivo, anche se per la pubblicazione del relativo decreto si fece passare molto tempo.15
Le Case del Fascio istituite in Italia, utilizzando immobili preesistenti o costruiti ex novo da architetti del regime, erano circa 11.000. Nel secondo dopoguerra, per effetto del decreto-legge 27 luglio 1944, vennero tutte devolute allo Stato. – fonte: “le più belle azioni d’epoca” vol 1